I principali documenti pervenutici sull’antico tracciato della Via Popilia sono il Lapis Pollae, gli Itinerari Antonini Augusti, la Tabula Peutingeriana, la Cosmografia dell’Anonimo Ravennate, i Geografica di Guido.
La lapide o cippo di Polla è un’epigrafe in lingua latina incisa su una lastra di marmo rinvenuta a San Pietro di Polla (Salerno) e costituisce la più importante testimonianza scritta sulla Via Popilia.
Il testo del Lapis Pollae
La trascrizione del testo del Lapis Pollae:
VIAM·FECEI·AB·REGIO·AD·CAPVAM·ET
IN·EA·VIA·PONTEIS·OMNEIS·MILIARIOS
TABELARIOSQVE·POSEIVEI·HINCE·SVNT
NOVCERIAM·MEILIA·LI·CAPVAM·XXCIIII
MVRANVM·LXXIIII·COSENTIAM·CXXIII
VALENTIAM·CLXXX AD·FRETVM·AD
STATVAM·CCXXXI ·REGIVM·CCXXXVII
SVMA·AF·CAPVA·REGIVM·MEILIA·CCCXXI
ET·EIDEM·PRAETOR·IN
SICILIA·FVGITEIVOS·ITALICORVM
CONQVAEISIVEI·REDIDEIQVE
HOMINES·DCCCCXVII·EIDEMQVE
PRIMVS·FECEI·VT·DE·AGRO·POPLICO
ARATORIBVS·CEDERENT·PAASTORES
FORVM·AEDISQVE·POPLICAS·HEIC·FECEI
La traduzione del testo latino del Lapis Pollae:
Feci la via da Reggio a Capua e in quella via posi tutti i ponti, i milliari e i tabellarii.
Da questo punto a Nocera 51 miglia, a Capua 84, a Morano 74, a Cosenza 123, a Vibo Valentia 180, allo Stretto presso la Statua 231, a Reggio 237. Da Capua a Reggio in totale 321 miglia.
E io stesso, pretore in Sicilia, catturai e riconsegnai gli schiavi fuggitivi degli Italici, per un totale di 917 uomini, e parimenti per primo feci in modo che sull’agro pubblico i pastori cedessero agli agricoltori. In questo luogo eressi un foro e un tempio pubblici.
Via POPILIA o Via ANNIA?
Gli studiosi ipotizzano che a dare il nome alla strada sia stato Publio Popilio Lenate, console del 132 a.C., che avrebbe fondato il Forum Popilii segnato sulla Tabula Peutingeriana.
Il miliario di Sant’Onofrio (VV), rinvenuto nel 1952 in Contrada Vaccarizzu, riporta l’iscrizione
CCLX – ANNIUS T(ITI)F(ILIVS) – PR(AETOR) – 260 (miglia di distanza da Capua)
Annio, figlio di Tito, pretore.
Ciò fa pensare che fosse stato Annio a costruire e dare il nome alla strada.
Una delle ipotesi propende per identificare in Publio Popilio Lenate colui che iniziò i lavori ed in Annio, figlio di Tito, colui che li completò.
Il sistema viario calabrese in epoca romana
Accanto alla Via Popilia vennero realizzate la Via Costiera Ionica e la Via Costiera Tirrenica.
La Ionica, già esistente in età greca, univa Regium a Tarentum attraverso le stationes di Decastadium (Melito Porto Salvo), Hipporum (Capo Spartivento), Altanum (Capo Bruzzano), Subsicivo (Locri), Succeiano (Roccella), Cocinto (Punta Stilo), Scylacio (Squillace), Tacina (Fiume Tacina), Neto (Fiume Neto), Paternum (Torretta di Crucoli), Roscianum (Rossano), Thurium (Sibari).
La Tirrenica si sviluppava lungo la fascia compresa tra il mare Tirreno e la Catena Paolana per unirsi alla Via Popilia attraverso le stationes di Blanda (Tortora), Lavinium (Scalea), Cerelis (Diamante), Clampeia (Cetraro); Temsa (Serra d’Aiello/Campora San Giovanni), Tanno Flumen (Foce del Savuto).
Gli Itinerari Antonini Augusti sono un registro delle stazioni e delle distanze tra le località poste sulle diverse strade dell’Impero romano, custodito a Roma presso la Biblioteca di Palazzo Venezia.